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A una settimana esatta dalla conferenza WWDC 2015, non si è ancora spenta l’eco degli annunci sul futuro dell’ecosistema Apple. A mente fredda, è tempo di analizzare quanto è accaduto.

Abbiamo assistito, infatti, al secondo atto di una battaglia che vedrà contrapposte Apple e Google per tutto il 2015 e oltre. In palio c’è il primato nella corsa al futuro della tecnologia.

OSX, iOS, Apple Watch, Apple Music: sul palco ci è stato raccontato tutto ciò che attende la Mela nel prossimo futuro.

La Worldwide Developers Conference può essere considerata, in tutto e per tutto, la risposta ufficiale di Cupertino alla carica effettuata da Mountain View nel corso della Google I/O 2015.

Gli ultimi mesi del 2014 sono stati tutti di marchiati a fuoco con il logo Apple, grazie a una serie di lanci e annunci che hanno mandato il mercato in fibrillazione:

  • Apple Watch - un oggetto già culto che ha il compito di portare nuova linfa al settore della tecnologia indossabile e degli smartwatch;
  • Apple Pay - la rivoluzione (per ora solo annunciata) del mondo dei pagamenti, che ha già costretto gli istituti finanziari a rivedere la loro customer experience;
  • HealthKit - una piattaforma dedicata alla salute per connettere tutti i device, raccogliere informazioni sulle condizioni fisiche e dare finalmente un senso alla moda del self tracking.

Il passo dalle promesse alla realizzazione concreta è stato più lungo e complesso del previsto. Nel frattempo Google non è rimasta con le mani in mano, progettando fin nei minimi dettagli gli annunci dell'I/O 2015. Grazie soprattutto allo strapotere di Android, l’azienda vuole trasformarsi nel punto di riferimento primario per ogni attività della nostra vita quotidiana. Molto più di un semplice motore di ricerca.

Ecco perché, a conti fatti, il keynote della grande G è apparso più come un evento mainstream che un incontro per sviluppatori. Android M, Android Pay, Project Brillo e l’Internet of Things, Google Now on Tap, Jump e le periferiche di realtà virtuale: tutto sembrava studiato per colpire l’audience e dare l’impressione di un colosso in costante evoluzione verso un futuro sempre più tecnologico.

Da questo punto di vista, il WWDC 2015 è stato molto meno scoppiettante, più rivolto agli addetti ai lavori e con molto meno appeal della diretta concorrenza. I tempi di Steve Jobs sono ormai lontani. Oggi si bada al sodo; il che, in poche parole, significa nuova versione di OS X e iOS, aggiornamento di Siri e un sistema Apple Watch molto più performante.

C’è poi da considerare la ‘one more thing’, lo spoiler di fine conferenza che anticipa la novità più succosa dei prossimi mesi. Stiamo parlando di Apple Music, il servizio di streaming musicale che già tanto sta facendo parlare di sé (e che sfida apertamente Google Play Music).

Per tutti coloro che non hanno seguito il keynote - e hanno vissuto senza Internet negli ultimi sette giorni - ecco di seguito gli annunci più importanti del WWDC 2015.

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OS X 10.11

La prima parte del keynote è stata tutta dedicata al nuovo aggiornamento del sistema operativo per Mac, ovvero OS X 10.11 - nome in codice El Capitan. Più che di un cambiamento profondo o di un redesign si tratta di piccoli aggiustamenti per migliorare l’esperienza complessiva e le performance attuali.

Ecco cosa porterà la nuova release:

  • Il nuovo OS X utilizzerà di default il font ‘San Francisco’, sviluppato a suo tempo per l’Apple Watch.
  • Anche il Mac consentirà, ed era ora, di dividere lo schermo, affiancando due finestre aperte contemporanemente.
  • Safari verrà rilanciato con alcune migliorie che dovrebbero renderlo simile a Chrome e Firefox.
  • L’implementazione di una nuova Metal 3D graphics SDK migliorerà le performance di gioco e la velocità generale delle app.

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iOS 9

Il cuore della conferenza è stato, come prevedibile, incentrato su iOS 9, il sistema operativo che pulsa sotto la scocca degli iPhone di nuova generazione. Ogni modifica punta a rendere lo smartphone più intelligente, con Siri a muovere le fila del discorso.

  • Siri - l’assistente diventerà sempre più proattivo e pronto a ricordare all’utente tutto ciò che deve fare, in base a email, note, calendario ma anche all’analisi dell’utilizzo. Sarà anche in grado, infatti, di raccomandare specifiche app o contatti da chiamare, proprio come Google Now.
  • Apple News - in questo caso ci troviamo davanti alla versione riveduta e corretta di Newsstand, con un tocco di Flipboard per trasformare l’iPhone in un magazine personalizzato. Un rischio per Apple, che entra in una competizione già molto affollata.
  • HomeKit, Carplay, HealthKit - i tre sistemi di automazione riceveranno nuovi aggiornamenti per renderli più appetibili sul mercato. L’utente avrà la possibilità di controllare tutto con un semplice tap, dagli oggetti intelligenti della propria casa alla connettività dell’auto, per finire con le informazioni relative al proprio stato fisico.
  • ApplePay - nonostante le ottime premesse, il nuovo sistema di pagamenti mobile sta faticando più del previsto per affermarsi in un mercato in cui carte e contanti regnano incontrastati. Apple rilancia con la possibilità di aggiungere le proprie carte al Wallet (ex Passbook) e comprare direttamente dai social network (Pinterest in primis). Senza contare le nuove feature di loyalty, già testate e pronte a diventare parte degli strumenti di Neosperience Gamification.

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APPLE WATCH

Anche l’orologio intelligente si rifà il look con la nuova versione del sistema operativo creato appositamente per l’Apple Watch. Una pronta risposta a Google, che ha annunciato il prossimo rilascio di 7 nuovi modelli del suo Android Wear.

Vediamo le novità del prossimo Watch OS:

  • App di terze parti - il sistema chiuso si apre agli interventi esterni, con la possibilità, per gli sviluppatori di terze parti, di creare app perfettamente integrate con lo smartwatch.
  • Time travel - dietro questo nome altisonante si nasconde la possibilità di mandare avanti il calendario, attraverso l’uso della corona laterale, per scoprire eventi, appuntamenti e anche le previsioni meteo.
  • Digital touch - lo schermo dell’Apple Watch diventa una tavolozza dove creare, e poi inviare, sketch e bozze.
  • Modalità nightstand - come una sveglia da comodino, lo smartwatch potrà finalmente essere utilizzato per settare alarm o avvisi, liberando dall’impellenza di tenere lo smartphone sempre acceso.

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APPLE MUSIC

E veniamo, infine, al pezzo da novanta; l’annuncio che ha fatto sudare mille camicie ai diretti concorrenti. Stiamo parlando di Apple Music, il sistema di streaming musicale con cui Apple rivoluziona iTunes e lancia la sua sfida diretta ai maggiori player del mercato, da Google Play Music a Spotify passando per Pandora e Deezer.

La filosofia è evidente: lo streaming, complice il miglioramento globale della connettività mobile, sta rapidamente sostituendo il download come modalità di fruizione della musica. iTunes, mai davvero amato, arriva a una svolta e, dal prossimo 30 giugno, rischia di mandare gambe all’aria un settore ormai consolidato.

Il servizio Apple Music, che costerà 9.99 dollari al mese (circa 15 per un piano famiglia fino a 6 device), sarà accompagnato da alcune caratteristiche davvero interessanti:

  • La possibilità di accedere a tutta la libreria musicale Apple, inclusa la musica già scaricata dall’utente o ricavata da cd.
  • La capacità di offrire suggerimenti basati sugli ascolti pregressi con For You Tab, e persino di usufruire di playlist ad hoc create da esperti.
  • La creazione di una stazione radio nuova di zecca, Beats 1, in onda 24 ore su 24 e dedicata interamente alla musica e alla cultura musicale.
  • La possibilità di connettersi ai propri artisti preferiti con Apple Music Connect, di cui è stato svelato poco ma che potrebbe davvero rivelarsi la carta vincente della scommessa Apple.

Il guanto è, ancora una volta, lanciato. L’impressione è che Apple e Google abbiano ormai messo da parte l’antica amicizia (e collaborazione) e si stiano attrezzando per una lunga guerra di logoramento. Una guerra destinata a mutare per sempre le regole del mobile marketing e a rivoluzionare la digital customer experience.

I due avversari stanno spostando la contesa da un piano puramente tecnologico alla creazione di un ecosistema intelligente, responsivo e in continua evoluzione. Un mondo di connessioni che investirà in pieno il corpo e i sensi, riscrivendo le modalità di relazione con gli oggetti e gli altri esseri umani. Chi vincerà la sfida?

 

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