Siamo abituati a pensare alla Apple come a un’azienda che rivoluziona il mondo della tecnologia e della user experience. Con la presentazione del nuovo iPhone 6 e, soprattutto, di Apple Watch (subito ribattezzato iWatch), l’azienda di Cupertino prova a rivoluzionare anche il modo in cui effettuiamo i pagamenti. La parola chiave per comprendere questa evoluzione è Apple Pay, nuovo processo di pagamento che smaterializza la moneta, rende obsoleti i portafogli e promette di rivoluzionare la digital customer experience.

L’invenzione della moneta ha segnato il passaggio dall’era del baratto a quella degli scambi commerciali, accompagnando l’umanità lungo il percorso che chiamiamo ‘civilizzazione’. Prima che la moneta fosse accettata come mezzo di pagamento condiviso da tutti gli operatori economici, gli uomini utilizzavano gli animali o i prodotti della natura per lo scambio di beni e servizi. Non c’è voluto molto perché ci si rendesse conto della necessità di uno strumento meno deperibile, che mantenesse valore nel tempo e che fosse facilmente divisibile.

Le monete di metallo sono in circolazione fin dal 700 a.C., mentre già nel 140 a.C. i cinesi utilizzavano banconote di carta. Il vero boom, però, si è avuto con il Rinascimento in Europa e, più tardi, con la nascita delle colonie in America. Una rivoluzione che ha cambiato il corso della storia ma che ha anche i suoi contro. Monete e banconote possono essere rubate e, se non garantite da qualcosa che abbia valore durevole (si legga l’oro), possono diventare carta straccia nel giro di ben poco tempo.

L’introduzione della carta di credito, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha cercato di porre rimedio a questi problemi (la Diners Club, che poteva essere usata per pagare al ristorante). La tecnologia di pagamento basata sulle carte diventa di uso comune a partire dal 1979, quando Visa perfeziona i primi terminali in grado di ‘comunicare’ con le carte. Oggi in tutto il mondo è pratica comune pagare 'strisciando' la carta di plastica dotata di banda magnetica che garantisce l’autenticazione e assicura l’immediata approvazione da parte della banca.

Anche questa tecnologia, però, presenta dei punti deboli, a partire dalla banda magnetica che è ormai datata come le VHS. Senza contare che, per i professionisti della contraffazione, non è poi così difficile riuscire a rubare i dati di una carta. Le aziende, allora, si sono messe al lavoro per creare un nuovo sistema per ovviare a queste problematiche tecnologiche e di sicurezza. Da anni si parla di ‘mobile wallet’, un portafoglio virtuale, ma senza grandi passi avanti. Il difetto è alla base: le aziende si sono concentrate sulle loro esigenze di business più che su quelle dei clienti.

Qui entra in gioco Apple, che da sempre mette l’esperienza del cliente al centro delle sue innovazioni. Il nuovo sistema Apple Pay, che sarà disponibile sia per il nuovo smartphone iPhone 6 sia per lo smartwatch Apple Watch, non fa eccezione. L’elemento chiave del sistema è un nuovo chip inserito all’interno dei device, denominato ‘secure element’, collegato a Passbook con lo scopo di mantenere le informazioni personali al sicuro.

Con Apple Pay, che sarà rilasciato il prossimo ottobre come aggiornamento a iOS 8, è possibile utilizzare la fotocamera dell’iPhone 6 per inserire le informazioni della carta di credito su Passbook. Una volta compiuto questo semplice passaggio, si potrà pagare con un tocco, grazie al collegamento tra la tecnologia di pagamento di iPhone 6 e il lettore di impronte digitali.

È importante specificare che tutti i dati sono protetti e al sicuro, perché Apple non conosce i dati della carta inseriti né quelli che riguardano le transazioni (cosa comprate, dove e quanto spendete). Allo scopo di finalizzare l’acquisto, Apple utilizza un codice dinamico che ha validità solo per quella transazione. Nel mondo ‘fisico’ tutto questo è reso possibile dai POS dotati di sistema NFC (Near Field Communication) mentre per l’online Apple ha messo a punto un sistema di checkout one-touch, che eviterà di dover compilare form lunghi e complessi ad ogni acquisto.

Tutto questo ha conseguenze anche per la digital customer experience. Con una app customer-facing l’azienda potrà offrire ai suoi clienti la possibilità di effettuare acquisti senza dover inserire il numero di carta, indirizzo di fatturazione e scandenza. In pratica: nessuna informazione condivisa con il venditore, grazie al codice ‘one-time’ generato dal secure element inserito nello smartphone.

Noi di Neosperience siamo sicuri che concorrenti importanti come Google e PayPal abbiano passato tutta la notte cercando di rivedere e aggiornare i loro piani strategici. A quanto pare è finalmente arrivato il momento in cui il cliente potrà pagare il tuo prodotto o servizio con un singolo, semplice tocco.