Siamo immersi, ormai da diversi anni, nell’era dei micro momenti (per dirla con Google): il 70% della popolazione mondiale utilizza regolarmente uno smartphone, controllando news, mail e social media decine di volte al giorno.
Questo significa che, per catturare l’attenzione degli utenti, i Brand si sono dovuti inserire in questo spazio, modificando la loro strategia di comunicazione, in un’ottica mobile-friendly.
Un aspetto fondamentale, nel processo di evoluzione verso un marketing più centrato sul cliente, è la ricerca di una customer experience più efficace, coerente con quel bisogno di unicità e comprensione che sta emergendo tra le persone.
Muovendo da queste premesse e consapevoli di quanto inarrestabile sia il progresso tecnologico, proviamo ad analizzare il futuro del digital marketing attraverso la lente di tre elementi che giocheranno un ruolo critico.
USER-GENERATED CONTENT
In un mondo riscritto dalle connessioni persistenti è normale trovare, in ogni momento e in ogni luogo, commenti, opinioni e raccomandazioni provenienti da fonti diverse: Brand, celebrity, testimonial o influencer. Ma ciò di cui si fidano maggiormente le persone sono le opinioni degli altri utenti: cosa pensano del prodotto, quale consenso raccoglie un determinato marchio, quali sensazioni - positive o negative - suscita la comunicazione aziendale.
Per questo, le aziende stanno investendo moltissimo nella raccolta, studio e diffusione dei feedback ricevuti dai propri clienti: attraverso i social e gli altri canali digitali di aggregazione nascono e vengono coltivate community di utenti desiderosi di diffondere la propria esperienza attraverso contenuti costruiti dal basso - la base di quello che era stato rinominato web 2.0.
In questo ambito è protagonista indiscussa la tecnologia video, in particolare il format delle stories, che ormai imperversano sui social più importanti (Instagram, Facebook e Snapchat). Questa tipologia di comunicazione, per la sua intuitività, facilita la condivisione di contenuti in modo semplice e immediato.
ARTIFICIAL INTELLIGENCE
La rivoluzione 'smart' cui stiamo assistendo è in grado di trasformare profondamente il modo di comunicare e relazionarsi con i prodotti e le persone. Se, da un lato, l'intelligenza artificiale è in grado di ottimizzare l’allocazione delle risorse - attraverso lo sviluppo di sistemi di automazione, per la programmazione pubblicitaria, per esempio - dall’altro sta guidando l’evoluzione di tutti i settori industriali.
I sistemi di deep learning, appositamente addestrati, sono in grado di offrire risposte e soluzioni che un umano non saprebbe fornire, o per lo meno non altrettanto velocemente e a basso costo.
Queste tecnologie trovano una vastissima applicazione anche nel campo dell’analisi dei dati, per meglio comprendere il comportamento dei clienti, raccogliere enormi quantità di dati e processarli autonomamente, ridefinendo i parametri del concetto stesso di Analytics e aprendo la porta a un nuovo concetto di personalizzazione.
PERSONALIZZAZIONE
Al di là dei prodotti o servizi, la principale elemento differenziante per un’azienda si misura in termini di qualità dell’esperienza. Ogni singolo punto di contatto della customer experience rappresenta una grande opportunità per i Brand di costruire legami personali e unici con ciascun cliente.
In quest’ottica, la personalizzazione sta abbracciando sempre più elementi della strategia, trasformandosi in una sorta di mantra aziendale: caratteristiche del prodotto, analisi del pubblico di riferimento, strategia comunicativa. Il passaggio fondamentale è proprio quest’ultimo: nel momento in cui i Brand hanno iniziato a capire che il concetto di one-size-fits-all non può essere applicato alla comunicazione digitale, sono cambiati per sempre i modelli comunicativi tradizionali.
Ciò che oggi permette alle aziende di conquistare fette di mercato e l’attenzione dei clienti nel medio e lungo periodo è la capacità di creare un legame forte e unico con ogni singola persona. Questo legame si può creare soltanto attraverso lo studio delle caratteristiche psicologiche e comportamentali dei singoli individui, cui si aggiunge la delineazione di un profilo psicografico, che sarà utilizzato come modello di riferimento per la programmazione dei contenuti da proporre e della modalità di relazione.
Così ad esempio, grazie all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, è possibile oggi tracciare il comportamento dei clienti nel corso di un’esperienza all’interno di uno store.
I sensori GSR, uniti ai sistemi di riconoscimento facciale possono individuare quali aree creano maggiore coinvolgimento, dove si perde l’interesse e persino la risposta emotiva alle diverse vetrine.
Questi tre aspetti offrono un punto di partenza per comprendere l’evoluzione del digital marketing nel prossimo futuro, permettendo così ai marketers di rivedere le proprie strategie. Si tratta di comprendere le inclinazioni della clientela, prima di tutto, e di adeguare conseguentemente la propria comunicazione.
Photo by Bethany Legg on Unsplash
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