networks and blockchain

La Blockchain è una tecnologia in continua evoluzione, che non finisce mai di stupire per le sue infinite applicazioni.

Ciò che l’ha resa nota al grande pubblico è stata la nascita e la diffusione globale delle criptovalute. Sfortunatamente, a causa della sfiducia riguardo all’affidabilità di questo sistema economico, la Blockchain non ha avuto vita facile nel suo iter di affermazione come tecnologia del futuro.

Le cose stanno lentamente cambiando.

Non molto tempo fa, la catena francese di supermercati Carrefour ha implementato nella sua filiera di produzione una struttura Blockchain per garantire la qualità dei propri prodotti. Un modo semplice e intelligente per avvicinare la Blockchain alla vita quotidiana delle persone, stimolando il loro interesse e aumentando la fiducia nel sistema.

Oggi un altro trend, che ha l’obiettivo di coinvolgere sempre di più le persone in questa tecnologia, sta prendendo forma: l’uso della Blockchain all’interno dei social network. Il data base distribuito viene utilizzato sia per garantire la sicurezza dei dati personali degli utenti, sia per abilitare pagamenti virtuali in-app sicuri e senza intermediari bancari, sancendone la sua definitiva maturità.

Il caso più emblematico di questa tendenza, che ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica, è stato l’annuncio da parte di Mark Zuckerberg della creazione di Libra, una criptovaluta interna a Facebook che permette agli utenti di pagare e scambiare denaro.

L’annuncio ha creato fibrillazione tra le istituzioni, bancarie e statali, preoccupate per la tenuta del sistema finanziario internazionale e per la protezione della privacy degli utenti.

Infatti, il rischio di veder crollare il sistema bancario tradizionale, o il pericolo di una diminuzione del gettito fiscale a cui i governi potrebbero andare incontro, ha sin da subito minato la “legalità” di Libra. Il fatto che Facebook, e i suoi partner, abbiano così la possibilità di conoscere il comportamento d’acquisto degli utenti a fini di profilazione, rischia poi di mettere in pericolo libertà e privacy individuale.

Il percorso per arrivare al lancio della criptovaluta, annunciato per la metà del 2020, si è rivelato quindi più impervio del previsto, anche perché alcuni sponsor dell’iniziativa, come Paypal, Mastercard e Visa (che dovevano garantire l’affidabilità del progetto) hanno lasciato l’associazione motivando la decisione con una mancanza di sicurezze sulle sue reali possibilità applicative.

Eppure non è tanto l’idea di un social “criptovalutato” ad essere mal visto, ma la dimensione dell’operazione stessa. Infatti, già esistono strumenti che si comportano allo stesso modo.

Un ottimo esempio a riguardo è All.me, applicazione basata sulla criptovaluta meToken, lanciata nel 2016 e ad oggi con più di 500mila utenti.

Come funziona una piattaforma di Social Network e Blockchain? 

All.me è una piattaforma che comprende alcune delle più interessanti caratteristiche del digitale, ovvero la creazione di reti sociali, la possibilità di guadagnare dai propri contenuti, la vendita e l’acquisto peer-to-peer e lo scambio di moneta digitale. Tutte queste features sono integrate in un’unica app

Ogni componente è legato agli altri e integrato all’interno del sistema per rendere il tutto sicuro e affidabile. All.me si divide in cinque moduli:

  • Social network (meNetwork) – Piattaforma per la condivisione di informazioni fra gli utenti.
  • Marketplace (meMarket) – Piattaforma per la vendita C2C e B2C.
  • Payment Service (mePay) – Il sistema di pagamento nativo basato sulla criptovaluta.
  • Wallet Service (meWallet) – Area per il controllo delle transazioni e del proprio saldo.
  • Cryptocurrency (meToken) – La criptovaluta nativa del sistema.

Una delle caratteristiche più importanti della piattaforma è il pieno controllo, esercitato dagli utenti, sui propri dati. Questi sono incentivati a creare contenuti di qualità, ricevendo in cambio meToken che possono utilizzare per comprare prodotti sul Market. 

In definitiva, la Blockchain per il decentramento della responsabilità e della proprietà degli strumenti, come avviene in All.me, è il futuro di molti campi, soprattutto dei social media.

Con queste premesse, non sarà più necessaria un’organizzazione centrale con il ruolo di controllore che, possedendo i dati degli utenti, finisca per guadagnare attraverso la profilazione degli iscritti.

Questa trasformazione, ovviamente, offre un enorme vantaggio alle persone che decidono di parteciparvi, poiché questi finiscono per contribuire attivamente allo sviluppo del prodotto e ne controllano il valore.

In un ambiente come quello dei social media, in cui molti utenti si sentono sfruttati dalle organizzazioni, questo è un punto di forza che potrà fare la differenza oggi e in futuro.

Image by Gordon Johnson from Pixabay